Chi sono

Esser vorrei, Píng, stella e cielo e luna,
onda e mare ed abisso, valle e monte
e cima. Esser vorrei poi passero e aquila,
fiore ed insetto, alba e tramonto, raggio
ed acqua di sorgente. Esser vorrei,
infine, voce e silenzio ed orecchio.

Da A Píng

                                                                                                                                            

Ogni vita è un’avventura, non di rado con un inizio chiaro e una fine oscura.

Due creature del cielo, l’aquila e il passero, allo stesso tempo simboleggiano il volo del mio essere poeta-scrittore a bassa e ad alta quota e rappresentano il mio desiderio di mostrarmi esclusivamente attraverso la scrittura, in cui riverso quanto estraggo da me e dalla realtà.

Scrivere è vivere pienamente la vita: spingersi con il pensiero e lo sguardo nei suoi cieli e nei suoi abissi; percorrere con pazienza e coraggio le strade che la quotidianità offre o impone; gioire e soffrire, saggiamente annaffiando gioia e sofferenza con un sorriso e un pizzico di autoironia.

Sono versato per la poesia, la narrativa e il teatro.

Quel lanciarmi da bambino con il pensiero e con la fantasia al di là di quanto è consentito allo sguardo, divenuto cosciente e disciplinato con il trascorrere degli anni, mi ha consentito di fondere e plasmare nella fucina della mente vicende volti voci respiri battiti sensazioni emozioni, componenti che rendono le pagine vive.

E ho avuto la fortuna di capire che, per costruire, oltre a materiali di qualità (trame originali e sensazioni-emozioni genuine), occorrono gusto  e amorevole attenzione (una scrittura fluida e chiara, una punteggiatura che dia ritmo e respiro alla pagina).

Sono aperto con gli amici e con chi, anche incontrato per caso, mi somiglia nell’essere e nell’anima; ma, quando persone che non mi conoscono, dopo cinque minuti o poco più, mi domandano che faccio, mi chiudo ed eludo la domanda. La eludo, non perché non saprei dire che faccio, ma perché gradirei che prima cercassero di capire chi sono: chi sono, attraverso il parlare il comportamento lo stare in mezzo agli altri o a viso a viso.

 

Che ho fatto

Ognuno dentro di sé
ha schegge di eventi tristi.
Se può raccontare,
con animo sereno,
le bombe che le hanno prodotte
sono soltanto un ricordo,
che non fa male.

Da Schegge di vita                                                                                                                              

Non volentieri parlo di ciò che ho fatto. Dico che ho percorso molte strade, lungo le quali sempre mi sono confrontato a viso aperto con la vita, da cui ho avuto tanto.

Amore, impegno costante, studio, coraggio di mettermi in gioco e non tirarmi indietro, equilibrio, capacità di guardare avanti con fiducia: tutto ciò, insieme a un carattere aperto e socievole, mi ha aiutato a crescere e a camminare, come uomo e come poeta-scrittore.

Lungo il cammino, ho incontrato amici ed estimatori, ma anche individui che mi hanno tagliato le gambe. Di alcuni di essi parlerò più in là, perché adesso desidero parlare di altro.

Alla realtà di oggi, complessa e travagliata, offro disponibilità impegno amore, sempre pronto a muovere un passo verso la costruzione di un ragionamento di un discorso di un dialogo, mai facendo il tifo ottuso per le mie convinzioni: in tal modo, nello scambio e nel sano confronto, ricevendo qualcosa che manca al mio essere uomo e poeta-scrittore.

Le rare volte che mi guardo indietro, con piacere ricordo il giorno in cui mi è stato assegnato il “Premio della Cultura”, riconoscimento di quanto offerto fino a quel momento.